passaparola

giovedì 28 febbraio 2008

Petizione per combattere L'offensiva clericale contro le donne

Giornali e televisioni non ne parlano. I politici sembrano non accorgersene. Eppure c'è. C'è chi si sta muovendo. C'è chi non rimane indifferente. C'è chi prova a fare qualcosa. C'è chi non è abituato a dire sempre sì signore e ha il coraggio di alzare la testa, la voce... e la penna.



A: Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza. Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere. Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.

Vi prego di aderire. Per firmare potete andare qui

giovedì 21 febbraio 2008

Borsellino e Berlusconi

Riporto qui il filmato e la trascrizione dell'ultima intervista rilasciata da Paolo Borsellino, il 19 maggio 1992, ai giornalisti Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo, registrata quattro giorni prima della Strage di Capaci. Il magistrato parla dei rapporti tra Dell'Utri, Berlusconi e la Mafia.







BORSELLINO:
Vede, Vittorio Mangano l' ho conosciuto anche nel periodo antecedente al "maxi processo"
Praticamente negli anni tra il 1975 e il 1980 ricordo
di aver istituito un procedimento che riguardava una...delle estorsioni
fatte a carico di talune cliniche private palermitane.


[squilla il telefono e Borsellino chiede di poter sospendere momentaneamente l' intervista]


B:Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra.

GIORNALISTA: Uomo d'onore di che famiglia?

B:"Uomo d' onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova,
famiglia alla quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo
già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io, e risultava altresì da un procedimento,
il cosidetto "procedimento Spatola" che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al "maxi processo",
che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove, come risultò da numerose intercettazioni
telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, i traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

G: E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

B. Il Mangano Vittorio... Vittorio Mangano... se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie
più importanti, risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa tra Milano e Palermo,
nel corso della quale lui, conversando con altri personaggi delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia... o tratta...
l' arrivo di una partita di eroina, chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa
nelle intercettazioni telefoniche, come "magliette" o "cavalli".

G: Comunque lei, in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di "cavalli" al telefono vuol dire "droga".

B: Sì. Tra l' altro questa tesi dei "cavalli" che vogliono dire "droga" è una tesi che si è
asseverata nella nostra ordinanza istruttoria, che è proprio accolta a dibattimento, tant'è che
Mangano fu condannato al dibattimento del "maxi processo" per traffico di droga.

G: E Dell 'Utri non c'entra in questa storia?

B: Dell'Utri non è stato imputato del "maxi processo" per quanto io ne ricordi. So che esistono indagini che
lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

G: A Palermo?

B: Sì. Credo che ci sia un' indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani
del giudice istruttorio. Ma non ne conosco i particolari.

G: Marcello Dell' Utri o Alberto Dell' Utri?

B: Non ne conosco i particolari... Potrei consultare avendo preso qualche appunto.
Cioè... Si parla di Dell' Utri Marcello e Alberto. Entrambi.

G: I fratelli. Quelli della Publitalia, insomma.

B: Sì.

G: Perché c'è, se ricordo bene, nell'inchiesta della San Valentino un' intercettazione tra lui e Marcello dell'Utri
in cui si parla di cavalli.

B: Bé...Nella conversazione inserita nel "maxi processo" si parla di "cavalli" che dovevano essere alloggiati in
un albergo, quindi non credo possa trattarsi di effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli
me li recapita all'ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l' albergo.

G: C'è un socio di Marcello dell' Utri, tale Filippo Rapisarda, che dice che Dell'Utri gli è stato presentato
da uno della famiglia di Stefano Bontade.

B: Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura,
in un certo periodo, almeno di duemila "uomini d'onore" con famiglie numerosissime. La famiglia di Stefano Bontade
sembra che in un certo periodo ne contasse almeno duecento. Si trattava comunque di famiglie appartenenti ad un'unica
organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti. E quindi è presumibile che
questo Rapisarda riferisca una circostanza vera.

G: Lei di Rapisarda ha sentito parlare?

B: So dell' esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato personalmente.

G: Perchè, a quanto pare, Rapisarda, Dell' Utri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia.

B: Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti, anche da
qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell'Utri, non so fornirle particolari
indicazioni, trattandosi, ripeto, sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente.

G: Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali, come Berlusconi e Dell'Utri siano collegati
a uomini d' onore tipo Vittorio Mangano?

B: All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa,
un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che ad un certo punto
diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò
a gestire una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, perché questi
capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero, e così allora si spiega la vicinanza tra
elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali.

G: Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi?

B: E' normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.

G: Mangano era un pesce pilota?

B: Sì. Guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che... ecco... erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel nord Italia.

G: Sì dice che abbia lavorato per Berlusconi.

B: Non le saprei dire in proposito, e anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire di cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito. Non conosco quali atti siano ormai conosciuti, ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda, che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che, la ricordi o non la ricordi, comunque non mi appartiene, non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.

G: C'è un'inchiesta ancora aperta?

B: So che c'è un'inchiesta ancora aperta.

G (in francese): Su Mangano e Berlusconi a Palermo?

B: Sì.

mercoledì 20 febbraio 2008

Per Gianfranco...

Millanta amori la storia ha cantato
con poeti, scrittori, versi e poesie;
poemi composti che il fato ha donato
come regali d’incanti e magie.
Bisogna esser grandi per dire di storie
che niente hanno, sembra, d’umano,
ma meglio anche di eroiche vittorie
fan battere il cuore e tremare la mano.

Parliamo di quando due anime aperte
pronte ad accogliere piena la vita
si trovano invece di gioia scoperte
e sofferenti per una trista ferita.
Un morbo strano, senza causa apparente,
che prima non dava sintomo alcuno
e che d'improvviso assale la mente
e né cuore né stomaco lascia digiuno.

Colpisce principi, re, cavalieri
per lui la classe non fa differenza;
arriva da servi, cuochi, scudieri
senza né inchino né riverenza.
Di maghe e regine bussa al battente,
son sue principesse, schiave, gran dame:
quando contagia gli è indifferente
trovarsi di fronte nobildonne o puttane.

Gente di fama, di gloria e potere,
che della storia il trono ha calcato
ha visto abolito ogni volere
ha avuto il cuore e il corpo aggiogato.
Né armi né scudi qualcosa han potuto
contro una forza tanto ammaliante,
nemmeno di Odino il destriero forzuto
sarebbe scappato abbastanza distante.

Lancillotto del lago da esso fu avvinto
andando contro ogni ideale
e in lui la ragione divenne l'istinto
in lui si confuse il bene col male.
Sorte più atroce conobbe Abelardo
grand’uomo di culto, libri, parlare
in pieno petto colpito dal dardo
che sfianca, uccide ma non fa sanguinare.

E così Cyrano lo spadaccino
che ad ogni stoccata recitava poesia
che spesso alla morte era andato vicino
deridendo, beffando e cacciandola via,
conobbe un giorno il sole che scalda,
che sol da lontano si può rimirare
che rende la vita felice e gagliarda
che per gioco crudele non si fa avvicinare.

E ciò che la spada mancò di missione
compì una notte dolce e stellata,
dei versi, un’ombra, un alto balcone
sospiri di donna da altro baciata.
Ma ormai il cuore aveva votato
la mente, il corpo alla sua bella dama
e pur di vederla sarebbe spirato:
colpito alle spalle, ma non da una lama!

Di uomini illustri abbiamo contato
che furon di un tempo molto remoto
che gesta ed imprese ci han regalato:
nulla di loro è passato all'ignoto!
E ora che Crono ha fatto il suo corso
vedendo anni e anni passare
ancora quel morbo ci prende nel morso
nessuna fuga possiamo sperare.

E come allora il povero e il ricco
risultano uguali nel loro potere,
che volino in alto o che cadano a picco
l'unica cosa che posson sapere
è che quando giunge deciso il momento
nulla di certo possono fare
né serve alcun grido né alcun lamento
né il destino si lascia evitare.

Se alcuna difesa creare han potuto
uomini forti e anche potenti
e donne e fanciulle che da sempre han saputo
gli immensi segreti dei grandi sapienti,
tu dimmi se io che nulla so fare
che non conosco alcuna magia
che a malapena so raccontare
i segreti e i dubbi dell’anima mia

Tu dimmi dunque quale invenzione
avrei potuto da sola creare,
o quale strana e impavida azione
sarei stata in grado di fare
qualora io avessi deciso
di evitare il male suddetto
se con un gesto breve e conciso
avrei cambiato del fato l’aspetto.

Ma ride il mio cuore di quel che è successo
ride felice di questo contagio:
perché così gli è stato concesso
di avere per vero quel suo presagio.
Quella cosa che sempre, sempre sentiva
che sperava sarebbe un giorno avvenuta
ma che spesso poi percepiva
come labile fiamma minuta.

Credeva purtroppo di non meritare
quello che i libri han sempre cantato
ed era inutile stare a cercare
ciò che per lui non sarebbe mai stato.
Ma ecco che arriva un giorno d’inverno
lo strano male che bussa al portone
sarebbe entrato per stare in eterno
stanziatosi lì con uno strattone.

Capisci ora di cosa ho parlato
con le parole un poco giocando
dando uno sguardo illustre al passato
dello strano morbo contando?
La malattia colpisce nel cuore
entra a forza, ci lascia storditi
ma quando se n’è avuto il sentore
abbiamo i voleri tutti esauditi.

La vita ci appare fiaba stupenda
il sole ci bacia pieno nel viso
è come se la nostra vicenda
fosse degna del paradiso.
Solo una cosa a volte ci pesa
lasciandoci addosso un po’ di tristezza,
abbiamo l’anima nostra sospesa
sentiamo il gusto dell’amarezza.

Una volta che siamo dal male colpiti
Soli nell’ombra non possiamo più stare
da braccia amate vogliam esser carpiti
vogliamo qualcuno che ci possa scaldare.
La nostra mente più non comanda
né corpo, né anima, nulla di noi
poiché anch’essa forte domanda
quei desideri che sono anche suoi.

E dopo questo lungo parlare
in rima, con strofe e pure con versi
è giunto il momento di confidare
come i miei pensieri siano ormai persi.
L’alba mia sei diventato
il sole che scalda col primo raggio
un sogno che ormai si è ridestato
come uno gnomo all’ombra d’ un faggio

Ti prego scusa questo mio ardire
so di non essere un vero poeta
e spero solo che questo mio dire
sia arrivato infine alla meta.
Perché per dirti quello che provo
ho usato un modo davvero un po’ strano...
Ogni remora alfine rimovo:
“Sa solo Dio quanto ti amo!”

(SARA)

Le vie del Signore sono infinite... Sta qui la fregatura!

Italiani. Popolo di Santi, di poeti, di navigatori. E coglioni? Quando lo siamo diventati?
Nella sciarada dell' informazione mediatica, dove il particolare del niente diventa il fulcro di tutto, dove ti insegnano che non si dicono le parolacce, e che si deve sempre obbedire ai "grandi", vige il motto "beata ignoranza"!
Voi non capite... Si preoccupano per la nostra salute! Già ci rovinano le giornate facendoci allarmare su chi questa settimana lascerà un' isola...o una casa! No, tranquilli! Non si parla nè degli immigrati che scappano da guerra e fame, nè di famiglie che non riescono a pagare 1000 euro di affitto per un monolocale. Sarebbe troppo crudele! Non riusciremmo a dormire la notte! E poi, dopo che ci hanno raccontato quanto sia sospetto che un indagato di omicidio pianga... o rida...bé...di emozioni ne abbiamo avute davvero troppe! Il nostro cuore non reggerebbe! Voi lo sapevate che Britney Spears è ingrassata di dieci chili?!? Dio... a pensarci c'è da perderci la salute!
Ma non temete italiani! C'è chi vigila su di noi! Il comitato "meno sai meglio stai", come il migliore dei cribri (posso dirlo, mica è una parolaccia! Vaffan - cribro suona male...), passa attentamente al vaglio (Vaffan - vaglio? Naaaaaa!) ogni minima notizia, dividendole e controllandole tutte, una per una. Sì, no, sì, no, no, no, no, no...
Cosa faremo senza di loro! Già... Cosa faremo? Proviamo ad avanzare delle ipotesi.
Magari, dico magari, smetteremo di odiare. Anzi, meglio ancora... Inizieremo ad incazzarci con chi veramente, oltre ad un invito, meriterebbe anche due o tre calci che aiutino ad andare lì, sì sì, proprio lì, dove i posti in prima fila hanno già il nome scritto (e non parlo del cinema).
Non dico che la finiremo di andare in chiesa (idealista sì, illusa no), ma almeno, forse, smetteremo di pagare per andarci. Perché non so se lo sapete, ma si fanno pagare!! Proprio così! Lo fanno in sordina, ma lo fanno. E pure profumatamente.
Conoscete l' 8 per 1000 e il suo funzionamento? No?!? Ma che cari! Si sono preoccupati anche di questo!
Se me lo permettete, però, vorrei fare la guastafeste e dirvi un po' di cose.
Nel 1984, l' allora governo Craxi (un nome, una garanzia) stipulava un accordo con Santa Romana (tutte noi le fortune) Chiesa, accordo che, almeno formalmente, andava a sostituire la CONGRUA del 1929, voluta da Benito Mussolini, per la quale l' Italia si era impegnata a pagare lo stipendio ai sacerdoti.
Abbiamo passato una guerra mondiale, la fame, le bombe, la miseria. Direte voi: "L' Italia rinasce dalle sue ceneri come l' Araba Fenice: più bella, più forte." Certo! Ma anche più servile.
Con questa legge, dicevo, la n. 222, il cui funzionamento è stato ideato dal fiscalista, all' epoca collaboratore di Bettino Craxi, Giulio Tremonti (una sicurezza fin dall' inizio), entrata in vigore il 22 maggio 1985, si stabilisce che il contribuente può decidere di destinare l' 8 per mille del gettito totale IRPEF o allo Stato o alla Chiesa.
Fin qui direte: "Pensavo peggio!" Aspettate, aspettate...
Dal 1986 in poi, oltre alla Chiesa Cattolica, hanno potuto beneficiare delle donazioni anche altre confessioni religiose: le Assemblee di Dio, l' Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, i Luterani, gli Avventisti e le Comunità Ebraiche.
Il contribuente che compila la dichiarazione dei redditi si trova davanti, ad un certo punto, a sette caselle, tra le quali può scegliere l' istituzione alla quale destinare parte delle sue tasse.
Il 20 % degli Italiani ha scelto la Chiesa Cattolica; il 65 % non ha espresso alcuna preferenza. E qui sta il primo inghippo.
I soldi di tutti quei cittadini che, di fatto, hanno lasciato in bianco le sette caselle, sono divisi, secondo un fattore di proporzionalità, tra tutte le voci in capitolo. Cioè: chi ha avuto più preferenze riceve la fetta più grande di torta. E secondo voi, chi mai avrà ricevuto più voti? Risposta facile. E infatti, grazie a questo brillantissimo escamotage, ben l' 80% dell' 8 per mille complessivo va diretto diretto nelle casse vaticane, anche se, in effetti, solo il 20 % degli Italiani ha formalmente espresso preferenze in questo senso.
Questo giochetto, degno della sfinge di Edipo, ha permesso che, nel solo 2004, la Chiesa ricevesse un miliardo di euro per donazione diretta, e, pensate, ben 600 milioni di euro per quella indiretta. Cosa da cervelli superiori!
Il papa, neanche troppo tempo fa, ha fatto questa dichiarazione: "Il miglior uso che si può fare del denaro e della ricchezza è quello di condividerli con i poveri secondo l'insegnamento di Gesù, il denaro non è un male in sé ma può diventare strumento di cieco egoismo". Quindi ha spiegato che "raccontando la parabola di un amministratore disonesto ma assai scaltro, Cristo insegna ai suoi discepoli qual è il modo migliore di utilizzare il denaro e le ricchezze materiali, e cioè condividerli con i poveri procurandosi così la loro amicizia, in vista del Regno dei cieli".
E cosa fa Santa Romana Chiesa per avvicinarsi alla tanto agognata Civitas Dei?
E' presto detto! Devolve l'8,6% del suo 8 per mille (avete capito bene!!), ripeto, l'8,6%, in aiuti per il Terzo Mondo.
Lo diceva pure il suo spot: "Con poco, possiamo fare tanto". Tutto sta nel capire che quel "poco" si riferiva a loro...
Per il resto, il 36,1% se ne va per il sostentamento al clero, e quello che rimane, cioè la parte più consistente, per "esigenze di culto". Voce questa che, sinceramente, significa tutto e niente.
A devolvere completamente l'8 per mille in interventi sociali e umanitari sono le Assemblee di Dio, gli Avventisti e la Chiesa Valdese. Queste si mantengono esclusivamente con i contributi volontari dei fedeli, che, tra l' altro, sanno bene dove i loro soldi vanno a finire, e soprattutto, in questo hanno voce in capitolo! I Valdesi, ad esempio, ogni anno organizzano delle assemblee finanziarie di Chiesa, durante le quali il fedele sa quanto entra, quanto esce e perché.
Bei tempi quelli in cui Gesù parlava alla folla!
Che dite? Ne avete abbastanza? Sicuri?!?
Il contribuente che decide di devolvere il proprio 8 per mille allo Stato si trova vittima di un doppio raggiro.
La Repubblica Italiana, stato laico secondo la Costituzione, gira buona parte del SUO 8 per mille alla Chiesa e, negli ultimi anni, il fenomeno è anche aumentato, visto che oltre il 70 % viene speso per la conservazione dei beni ecclesiastici, contro il 2% per la fame del mondo. Quanto siamo pii!
Come si dice: del regalo è importante anche la confezione! E quindi, vai ad aggiungere agevolazioni su esenzioni!
Lo Stato Italiano si è impegnato a pagare gli stipendi dei ministri di culto: insegnanti di religione cattolica nelle scuole e cappellani militari nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali (senza dimenticare i cappellani della Polizia di Stato
anche se demilitarizzata); finanzia le scuole private confessionali e le università confessionali cattoliche (il confronto con le scuole e gli atenei pubblici sarebbe inutile! Non è bello sparare sulla Croce Rossa); finanzia le organizzazioni confessionali; durante l' ultimo Giubileo una quantità enorme di soldi se ne è andata per il servizio d' ordine, i trasporti, il servizio pubblico radiotelevisivo. E mentre lo Stato paga, la Chiesa che fa? Non paga! Ovvio! Esenzione dall 'IVA e dalle imposte sui terreni ed esenzione dall' ICI per gli immobili di proprietà ecclesiastiche, solo per dirne qualcuna.
E' proprio vero: al peggio non c'è mai fine.
E' come se Gesù avesse detto: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Ma visto che Cesare sta a Roma e Dio in cielo, date tutto a me che facciamo prima".
Io la finisco qui, ma vi lascio alcuni link davvero interessanti dai quali mi sono documentata:
Visto che stiamo in tema, per concludere, vorrei rivolgervi una preghiera: cercate di avere più rispetto per la vostra intelligenza.
Sara

martedì 19 febbraio 2008

La mia valigia

Una vecchia valigia di cartone,
magari rimediata tra i ciarpami di una soffitta.

Una valigia senza tasche, o scomparti interni.
Una valigia disordinata per punto preso.

Perché la vita è una sciarada di emozioni che non puoi pianificare.

Una valigia piena di libri, vecchi amici, a volte nemmeno mai conosciuti,
che aspettano un tuo sguardo per diventare parte del tuo personale copione.

Una valigia che trasporta poesia e musica.
Perché non smetterai mai di chiederti come sia possibile che chi nemmeno ti conosce, sia riuscito, meglio di te, ad esprimere quei pensieri che ti portavi dentro da sempre.
Perché, con quei versi, con quelle parole, è come far l'amore con la tua stessa anima.

Una valigia con foto sparse in ogni dove.
Perché è inutile: di certe persone non potrai mai fare a meno.

Una valigia con uno spazio enorme per i progetti, le speranze, i desideri.
Perché non puoi tenerli dentro, come dicono, in testa.
Perché devono essere sempre in bella vista.
Perché non puoi dimenticartene. Mai.
Perché sia i libri, che la poesia, che la musica, sono parti di essi.
Perché con loro devi avere sempre a che fare. E' soprattutto a loro che devi rendere conto.

Una valigia ancora mezza vuota.
Perché per le esperienze il posto non è mai abbastanza.

Una valigia tenuta insieme da un pezzo di spago.
Perché in questo viaggio è la voglia di vivere che tiene unito il tutto.
Perché lo spago sa d'avventura.
Perché si apre facilmente.
Perché la valigia non dovrà mai chiudersi per sempre.

Perché forse non si è mai realmente pronti.
Perché comunque bisogna andare. Con la valigia, verso il nostro viaggio.

Questa è la mia valigia. Io ho deciso di partire...