passaparola

mercoledì 17 dicembre 2008

ACQUA IN BOCCA... VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA!


Mentre nel paese imperversano discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis deldecreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese cultura e fede del mondo. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo' appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.
* FATE GIRARE: METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE*


*di Rosaria Ruffini*

mercoledì 23 luglio 2008

martedì 20 maggio 2008

ITALIA INVASA DAI ROM? Leggete qui: In Ue sono 9-12 milioni. Circa 300 mila vivono in Francia, 300 mila nel Regno Unito (300 mila), 800 mila Bulgaria

Non esiste un’unica popolazione rom o “zingara” e non esiste soprattutto ancora un censimento ufficiale in Europa su di loro. Secondo gli studiosi, le popolazioni rom sono infatti una «galassia» di minoranze che però non hanno la stessa storia, né una cultura omogenea o un'unica religione. In comune hanno una lingua di ceppo indiano, anche se i diversi gruppi parlano dialetti con molte differenze, dovute ai molteplici prestiti linguistici mutuati dal Paese in cui si sono radicati. È difficile quindi stimare quante persone appartengano a questa galassia di minoranze. Si parla di dodici-quindici milioni di individui in tutto il mondo: la maggior parte vive in Europa di cui il 60-70% nei Paesi dell'Est.

In genere i rom provengono dall’est, mentre a ovest troviamo i sinti, i manus, i kale, i romanichals (o romanicèls), con esigue minoranze di rom. Si tratterebbe quindi di una «minoranza diffusa», dispersa e transnazionale. In questa situazione si complica quindi la definizione dei diritti dei rom. Secondo uno studio pubblicato da Aggiornamenti sociali, mensile gesuita, su scala nazionale, i rom e i sinti acquisiscono diritti esclusivamente come individui, quando sono riconosciuti cittadini di uno Stato (e risultano quindi «territorializzati», almeno a questa scala). I rom non hanno una patria comune, né tanto meno una terra promessa ove fare ritorno. Subiscono le conseguenze della concezione di Stato-nazione moderno che consiste nell'identificare luogo e cultura, intrappolando persone e istituzioni entro schemi territoriali che non permettono di rendere conto di tutte le situazioni.

In Europa si calcola che viva un gruppo di circa 9-12 milioni di persone e in qualche paese del centro e dell'est europa (Romania, Bulgaria, Serbia, Turchia, Slovacchia) arrivano a rappresentare fino al 5% della popolazione. In base alle informazioni che abbiamo a disposizione, si può dire che la Romania guida la classifica dei paesi con maggior numero di gitani: l'ultimo censimento ufficiale per la Romania (2002) parlava di una minoranza che si aggira tra il milione e 200 mila e i due milioni e mezzo. Seguono Bulgaria, Spagna e Ungheria a pari merito (800 mila), Serbia e Repubblica Slovacca (520 mila), Francia e Russia (tra i 340 e 400 mila; ma secondo il rapporto di Dominique Steinberger del 2000 in Francia vivrebbero almeno un milione di zingari, Regno Unito (300 mila), Macedonia (260 mila), Repubblica ceca (300 mila), Grecia (350 mila). L'Italia è al quattordicesimo posto con una stima, ufficiosa in assenza di un censimento, che si aggira sui 120 mila. Sappiamo che oggi quel numero è salito fino a 150-170 mila.

tratto da PEACE REPORTER

mercoledì 14 maggio 2008

Nessuno tocchi Travaglio!

Ci hanno tolto tutto. La dignità, la possibilità di avere un futuro, la speranza per quello che sarà. Ci hanno tolto la fiducia nel presente. Ci hanno tolto la memoria del passato. Ma non credevo mai che sarebbero riusciti a toglierci l' orgoglio di essere quello che siamo..
Non so quando né perché sia successo. Non riesco a capire se glielo abbiamo compiacentemente lasciato fare, o se, da soli, si sono arrogati il becero diritto di prendere a calci nel culo la nostra intelligenza. Fatto sta che è successo. E adesso tornare indietro sembra davvero un' impresa titanica. Sempre che si voglia tornare indietro.
Scrivo queste poche righe con una grande rabbia nel cuore; e le scrivo non da politico, o da giornalista. Le scrivo da cittadina che troppe volte ha visto il suo orgoglio buttato poco elegantemente nel cesso da tutta una schiera di personaggi che, certi forse della loro onnipotenza, decidevano, e decidono, cosa io debba sapere e cosa no. Cosa è giusto che io pensi e cosa no.
E visto che, secondo le loro menti eccelse, io non sono altro che un misero numero percentuale nel cinico mondo del mercato, spendono tutte le loro energie nel creare un universo meravigliosamente fittizio, dove tutto è bello, tutto è pulito, proprio perché niente è reale.
"Life in plastic is fantastic!"
Il male c'è quando vogliono che ci sia. Quando è giusto che ci sia! Quando decidono che dobbiamo spaventarci ed avere paura, allora ci mostrano quale grave pericolo minacci la nostra tranquilla, controllata, esistenza. Un pericolo, sia ben inteso, che solo loro hanno il potere di debellare.
Ma accade, a volte, che in questo spettacolo di Truman c'è qualcuno che prova a darci una scrollata, anche solo per mero rispetto della realtà delle cose. Naturalmente tacciarlo di mostruosa cattiveria sembra essere il minimo della pena. Ma adesso sono io a non voler più stare al gioco! Adesso, se permettete, per quel poco che possa valere, alzo la testa e dico la mia.
NESSUNO TOCCHI TRAVAGLIO!
Dopo la puntata di "Che tempo che fa", bufere e polemiche si sono abbattute sul panorama politico nazionale. Si parla addirittura di "Caso Travaglio". Perché?!?!!!!
Perché siamo arrivati al punto in cui quando un Giornalista fa il proprio mestiere si deve parlare di "caso"?!? Perché quando si dice la verità si rischia il linciaggio?!? Perché lo scandalo è stato Travaglio che ha rivelato la realtà delle cose, e non la realtà delle cose?!? E' davvero più grave che si dica che il presidente del Senato ha avuto rapporti con mafiosi che il fatto stesso che IL PRESIDENTE DEL SENATO HA AVUTO RAPPORTI CON MAFIOSI?
Tutti, dai politici ai giornalisti, si sono ancorati al fatto che Travaglio abbia paragonato Schifani alla muffa. Ma vorrei aiutarli a spolverare un pochino i cassetti della memoria...

"[...]la derisione e le offese rivolti a Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, Rita Levi Montalcini, Sergio Pininfarina, Emilio Colombo, accolti tutti al grido di «venduti, venduti», «necrofori» e altri peggiori". (Curzio Maltese, 20-05-2006, in riferimento alle offese e ai fischi che dai banchi di Forza Italia si sono alzati contro i Senatori a vita, colpevoli il giorno prima di non aver fatto cadere il governo Prodi. vedi qui )

"Le urlano insulti in faccia a pochi metri di distanza - evidentemente in scrupolosa obbedienza a squallidi ordini ricevuti - ogni volta che Rita Levi Montalcini (qualche volta con gli altri senatori a vita ma spesso da sola) mette il voto di cui ha diritto a sostegno del governo." (Furio Colombo,11-10-2007. in un articolo in cui parla delle offese subite dalla Montalcini vedi qui)

«L’indirizzo lo conosciamo. Vogliamo consegnarle un bel paio di stampelle a domicilio». (Francesco Storace, leader de "La Destra", mentre si riferisce alla Senatrice a vita Rita Levi Montalcini)

"Il presidente della Repubblica Scalfaro è "una scoreggia fritta". Indro Montanelli "è un vigliacco, uno che ha tradito, fascista, razzista, antisemita. Sempre fascistissimo, nero come la pece! Un modesto giornalista, il più mediocre storico italiano. Adesso, fascista ancora, è guardato con tenerezza e ammirazione dalla sinistra che gli si è attaccata solo perché traditore... È il solito vecchio fascista che, nella sua turpe vecchiaia, sputa con impudicizia nel piatto in cui ha mangiato" (Vittorio Sgarbi 31-3 e 29-7-94).

Di cosa si è dunque macchiato Travaglio che altri, con ruoli ben più importanti del suo, non hanno fatto?
Ha detto la verità!
Da cittadina, da donna, da persona onesta, mi sarei aspettata che Schifani, seconda carica del MIO Stato, desse spiegazioni. Io pretendo che Schifani ci dia delle spiegazioni. E pretendo che chi sta all' opposizione alzi la voce e batta i pugni! Perché Schifani, purtroppo, volente o nolente, rappresenta anche me! Perché io non voglio che a portare la MIA bandiera e la MIA identità sia uno che ha avuto rapporti con dei mafiosi!
Perché questa non sono io e questa non è la mia Italia! Perché io non voglio QUESTA Italia. Il mio Paese è un posto meraviglioso, dove anche se difficile vivere, non si vorrebbe stare da nessun' altra parte. Il mio Paese ha fatto la storia della cultura mondiale. Il mio Paese è formato da gente che si incazza quando sente che in America l' Italia è solo "mafia e spaghetti". La mia terra è stata madre di persone che si sono battute per ciò in cui credevano. La mia terra ha visto nascere eroi di tutti giorni che come leoni lavorano per darci il diritto di essere quello che siamo. La mia Italia non dimentica. Non dimentica la storia. Non dimentica la Resistenza. Non dimentica il coraggio. Il mio Paese si regge anche e soprattutto grazie al sacrificio di chi, come Falcone e Borsellino, la mafia l' ha combattuta. Il mio Paese va avanti grazie a persone come Abate, Saviano, Gomez, che la mafia la raccontano. Il mio Paese è il Paese di Marco Travaglio.
Non voglio niente di meno, perché so che l' Italia, quella vera, non è niente di meno. E so anche che l' Italia, quella vera, non permetterà mai che si chiuda la bocca a chi ha fatto della verità il proprio mestiere; so che permetterà a professionisti come Travaglio di continuare a raccontare, perché di loro ha ardentemente bisogno. Io certe cose le so, le sento. Tutto il resto non mi appartiene. Non appartiene a nessuno di noi. QUESTA Italietta è roba loro. Riprendiamoci ciò che siamo.
NESSUNO TOCCHI TRAVAGLIO!

martedì 13 maggio 2008

Quando sono cambiate le cose?



Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948:

* art. 18: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione";
* art. 19: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere".

L'art. 21 della Costituzione italiana

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni".

Contro la Chiesa gerarchica di Ruini e Ratzinger Un 8 per mille democratico.

Firma e diffondi l’appello

"Di fronte all’offensiva clericale volta a limitare irrinunciabili libertà e diritti civili degli individui (che andrebbero invece decisamente ampliati), e alla subalternità e passività dello Stato nelle sue istituzioni parlamentari e governative, benché non credenti in alcuna religione, in occasione della dichiarazione dei redditi invitiamo tutti i cittadini democratici a devolvere l’otto per mille alla Chiesa Evangelica Valdese che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell’otto per mille esclusivamente in opere di beneficenza e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa."

Paolo Flores d’Arcais, Umberto Eco, Margherita Hack, Vasco Rossi, Giorgio Bocca, Simone Cristicchi, Andrea Camilleri, Dario Fo, Michele Santoro, Oliviero Toscani , Franca Rame, Ferzan Ozpetek, Lidia Ravera, Umberto Galimberti, Lella Costa, Luciano Canfora, Bernardo Bertolucci, Mario Monicelli, Eugenio Lecaldano, Gennaro Sasso...

L'appello promosso da MicroMega è stato sottoscritto anche da personalità del mondo cattolico con questa nota aggiuntiva: "Noi cittadini cattolici, che tentiamo di testimoniare nella vita sociale ed ecclesiale un fedeltà la più coerente possibile al Vangelo e quindi critici e scandalizzati nei confronti di una politica dei vertici ecclesiastici sempre più tesa a usare il potere che deriva dal danaro, dalle clientele, dalle influenze politiche, dal dominio sulle coscienze per condizionare la politica degli stati e in particolare di quello italiano, riteniamo legittimo e forse doveroso negare a questo potere ecclesiastico il sostegno dell’8 per mille IRPEF."
don Enzo Mazzi, Giovanni Franzoni, don Vitaliano Della Sala, don Raffaele Garofalo, don Gianni Alessandria, don Roberto Fiorini, don Franco Barbero, Francesco Zanchini, don Bruno Ambrosini, don Aldo Antonelli, Domenico Jervolino, Giulio Girardi...

FIRMA ANCHE TU!

mercoledì 2 aprile 2008

Tre anni dalla morte di Wojtila... Meglio non dare le cose per scontate

Sarà veramente andato in Paradiso questo Papa?



Sabato 2 Aprile, in serata, il papa Giovanni Paolo II bussa alla porta del cielo.
Dopo qualche istante la porta si apre.
Prima sorpresa e grande imbarazzo. Non si tratta di S. Pietro o della Vergine (bianca o nera) ma del Cristo in persona che apre la porta. Niente di strano, peraltro, avendo egli affermato: "Il sono la porta." (Giovanni 10.9)

- Buongiorno, mio Signore. Sono il papa Giovanni Paolo II, il santo padre che viene a te.

- Mi sorprende che tu dica di essere il papa, il santo padre, ma hai dimenticato cio' che dissi quando ero in terra: "Non chiamate nessuno in terra vostro Padre; perche' uno solo e' vostro Padre, colui che e' nei cieli." (Matteo 23.9)
Sono gli uomini che ti hanno dato questo titolo, ma ai miei occhi questo non ha nessuna importanza!

- Tu dimentichi, Signore, che io sono il tuo vicario.

- Ma come? Un vicario sostituisce un assente. Io non fui mai assente e in piu' vi ho inviato lo Spirito Santo. Io non vi ho mai lasciati orfani. (Giovanni 14.18)

- Pero', Signore, migliaia di persone si sono prosternate davanti a me.

- E tu li hai lasciati fare? Non sai che quando qualcuno volle prosternarsi davanti a colui che tu consideri come il primo papa, egli si oppose? (Atti 10.26)

- Signore, mi pare che tu dimentichi tutto cio' che io ho fatto per te. Ho fatto piu' di cento viaggi attraverso i cinque continenti, ho pubblicato quattordici encicliche, ho ......

- Sono nuovamente obbligato ad interromperti. Mi sembra che la tua teologia non vada d'accordo con le scritture. Sentimi bene: "E' attraverso la grazia che voi sarete salvi, per mezzo della fede. E tutto cio' non viene da voi, ma e' un dono di Dio.Non e' attraverso le opere che qualcuno possa glorificarsi." (Efesini 2,8-9)
Attento quindi a non glorificarti!

- Pero', Signore, io pensavo di fare bene.

- Sai bene che i viaggi costano cari. I miei spostamenti costavano assai meno. Io mi accontentavo di un asino, una Due Cavalli ti sarebbe stata piu' che sufficiente. Se mi ricordo bene, il tuo ultimo viaggio in Francia e' costato 5.120.000 franchi; non era ancora il tempo dell'Euro, potresti comunque sempre dividere per 6,5595.

- Signore, e' necessario che tu mi faccia entrare nel tuo cielo, in quanto milioni di pesone stanno pregando per la salvezza della mia anima.

- Tutto questo non mi sembra molto serio e trovo la tua argomentazione ridicola; non sei forse sicuro della tua salvezza?
E poi, ascoltami bene, da quando hai reso la tua anima, la mia decisione al tuo riguardo e' stata presa, conformemente alla mia santita', alla mia giustizia e al mio amore; qualche milione di preghiere non possono percio' modificare la giusta decisione di Dio.
- Certamente, Signore, tu conosci la Bibbia un po' meglio di me. E' vero, mi sono occupato dei problemi teologici della nostra chiesa e ho trascurato la tua Parola. Ma quanto meno, Signore, sono il capo di una importante organizzazione, sono il pastore dei pastori.

- Alto! Giovanni Paolo, sono nuovamente obbligato a ariprenderti.
Quello che tu consideri come il primo papa, e che tu avresti dovuto imitare, si chiamava semplicemente anziano, come tutti gli altri. (I Pietro 5,1)

- C'e' pero' qualcosa che dovrebbe farti piacere. Ho impiegato tutte le mie energie per il riavvicinamento delle religioni. Ricordati di Assisi. E' stato bello vedere dei cattolici, degli ortodossi, degli anglicani, dei protestanti, degli ebrei, dei musulmani, dei buddisti, degli induisti ed altri pregare insieme.

- Pregare chi, pregare cosa, pregare come? Lo sai, Giovanni Paolo, che questi assembramenti mi fanno orrore?
Sono veramente afflitto nel constatare che tu non conosci le parole solenni che io ho detto: "Io sono il cammino, la verita' e la vita. Nulla viene dal Padre se non attraverso me." (Giovanni 14.6)
Da allora il tuo cosidetto primo papa ha affermato la stessa cosa: "Non c'e' salvezza se non in Gesu". (Atti 4.12)

- Ma non ti ricordi piu', Signore, che tu dicesti un giorno a Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra io costruiro' la mia chiesa".

- E' solo un gioco di parole - Pierre, pierre - che esiste solo in francese. Io parlavo in aramaico e quindi ho fatto la distinzione tra l'uomo Pietro e questa magistrale affermazione: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente". E' su questa fede, su questa roccia, che io e non tu, costruiro' la mia Chiesa.

- Ma io, il papa, sono il successore di Pietro.

- Ma Pietro non ha successori!

- Sono desolato, Signore, tutti i teologi giustificano il papato con questo versetto.

- Allora vediamo, Giovanni Paolo, tu fai parte di una setta che trae dei versetti fuori dal loro contesto. Prova a leggere il seguito in Matteo 16.23. "Allontanati da me, Satana! Tu mi scandalizzi perche' i tuoi pensieri non sono i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini".

- Mi sembra che tu dimentichi un'altra delle tue parole, Signore. In Giovanni 21.15-18 tu hai affidato a Pietro l'insieme dei cristiani.

- E' vero, Pietro aveva un ruolo nel contesto della giovane assemblea. Egli doveva, per qualche anno, vegliare sui nuovi convertiti, ma niente di piu'.

- Signore, ho dimenticato di dirti che io sono anche un sovrano politico. Sono alla testa di uno stato chiamato Citta' del Vaticano.

- Povero Giovanni Paolo, tu hai dimenticato ancora una volta le mie parole: "Date a Cesare quello che e' di Cesare ed a Dio quello che e' di Dio". (Matteo 22,21)
Non vedi dunque che il potere spirituale non ha nulla a che vedere con il potere temporale? Io lo avevo precisato chiaramente: "Il mio regno non e' di questo mondo". (Giovanni 18,36)

- Pero' il Vaticano e' bello, i suoi edifici sontuosi, le sue migliaia di ceri accesi, le sue vetrate e tutto quell'oro.

- Ancora una volta: tu non hai niente in comune con il tuo presunto primo papa, il quale non aveva ne argento ne oro. (Atti 3.6)

- Signore, tu non puoi almeno mettere in dubbio la mia grande pieta'. Ovunque dove sono andato mi sono sempre rispettosamente prosternato davanti alla statua della Vergine.

- Ma non hai ancora imparato, Giovanni Paolo, i dieci comandamenti? Ad esempio quello che afferma: "Tu non produrrai immagini scolpite e non ti prosternerai davanti ad esse". (Esodo 20:4-5)

- Ma Signore, erano le statue di tua madre, della Vergine, la nostra mediatrice.

- La mediatrice esiste in geometria, ma non in teologia e, tanto meno, nella teologia biblica (I Timoteo 2,5)

- Permettimi di insistere, Signore, erano statue della Santa Vergine.

- No, nessuna madre vuole essere rappresentata. D'altro canto tu non sai se essa era grande o piccola, bionda o bruna. Inoltre, dopo il mio concepimento miracoloso e la mia nascita, essa si e' sposata con Giuseppe ed io ho avuto almeno sei tra fratellastri e sorellastre.
Che bella famiglia! (Matteo 13.55-56)

- Vorrei almeno domandare alla Vergine di aprirmi le porte del cielo.

- Spiacente Giovanni Paolo, sono io che apro le porte.

- Tua madre si lascerebbe impietosire ed io potre andare in cielo. In fondo ho sempre venerato le sue statue.

- No Giovanni Paolo, io sono giusto ed applico il mio Verbo che afferma solennemente: "Fuori gli idolatri!" (Apocalisse 22,15)

- Allora, Signore, ti prego di mandare qualcuno in Vaticano che possa testimoniare queste cose in modo che essi possano evitare di finire in qualche luogo di tormenti.

- Essi hanno il Vangelo, che lo leggano, che lo meditino e che abbandonino tutte le usanze degli uomini. (Luca 16,27-31)


P.S.
- Tu puoi vedere, Signore, che dopo la ma morte, tutti parlano bene di me.

- Che disgrazia, quando tutti gli uomini dicono bene di te, cosi' come si comportarono i loro padri nei riguardi dei falsi profeti! (Luca 6,26)

- Hai visto la sepoltura grandiosa che hanno celebrato per me?

- Lasciate che i morti seppelliscano i morti! (Matteo 8,22)

(LUCIFERO, IL PORTATORE DI LUCE)

giovedì 13 marzo 2008

Crisi umanitarie dimenticate dai mass media. La denuncia di Msf

I media italiani coprono sempre meno le crisi umanitarie del globo. E' quanto risulta dal rapporto presentato oggi da Medici senza frontiere (Msf) sull'attenzione posta dai telegiornali italiani durante il 2007 alle crisi umanitarie. L'analisi, condotta sulle edizioni diurne e serali dei tg Rai e Mediaset, ha mostrato una riduzione delle notizie sulle crisi durante tutto l'arco dello scorso anno: se, nel 2006, le crisi coprivano il 10 percento dell'offerta informativa, nel 2007 la percentuale è scesa all'8 percento, ovvero a 6426 notizie su 83200.

Primati. Nella top ten delle 'dimenticate' troviamo la Somalia, lo Zimbabwe, la tubercolosi, la malnutrizione infantile, lo Sri Lanka, la Repubblica Democratica del Congo, la Colombia, il Myanmar, la Repubblica Centrafricana e la Cecenia. Nella zona est della Repubblica Democratica del Congo le violenze proseguono, ma i media italiani vi dedicano in un anno solo cinque notizie. E la situazione peggiora per quanto riguarda il conflitto della Repubblica Centrafricana, combattuta tra esercito e milizie ribelli a scapito dei civili, che non viene trattato neppure una volta. Secondo Msf i media italiani tendono a esaminare i contesti delle crisi solo quando riguardano eventi e personalità italiane o occidentali. La crisi somala viene analizzata in occasione dei vertici politici cui partecipa il governo italiano e i telespettatori vengono a sapere degli scontri tra esercito e Tigri Tamil, in Sri Lanka, solo in riferimento all'ambasciatore italiano. Mentre la crisi tra governo colombiano e guerriglieri delle Farc si esaurisce al rapimento di Ingrid Betancourt. Solo il Darfur ha avuto una maggiore copertura mediatica rispetto al 2006, ma si trattava soprattutto di notizie riguardanti le visite delle star o le iniziative per la raccolta di fondi. Solo diciotto notizie sono state dedicate alla malnutrizione che ogni anno uccide 5 milioni di bambini sotto i 5 anni.

tratto da: http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=10422

mercoledì 5 marzo 2008

Manifesto per il superamento dell'era dell'automobile

L'aria delle nostre metropoli è ormai irrespirabile: basta andare in campagna un paio di giorni e poi tornare in città per sentire la puzza. Una coltre di smog copre incessantemente i centri abitati. Se si osserva l'orizzonte in una giornata serena si nota nella parte bassa del cielo una perenne foschia grigia che permane anche nelle giornate più ventose: e la cappa di gas di scarico prodotta dalla combustione dei derivati del petrolio che circonda tutta la Terra, tanto che gli ultimi astronauti hanno riferito di un pianeta dall'aspetto grigio. Insieme all'industria pesante le automobili sono le maggiori responsabili del disastro. Quando anche paesi come l'India e la Cina (2 miliardi e passa di abitanti) avranno raggiunto l'obiettivo di un'automobile a famiglia, i prezzi delle maschere antigas schizzeranno in alto.

Sono passati circa 100 anni da quando furono aperte le prime fabbriche di automobili. E' stato un grave errore al quale bisogna al più presto rimediare. Un modello di sviluppo basato sul consumo indiscriminato delle risorse naturali (e, va da se, sullo sfruttamento di uomini donne e bambini), rischia di portare in tempi brevi alla distruzione del nostro habitat e quindi alla scomparsa dello stesso genere umano. Catastrofismo?
No, una prospettiva realistica!
L'automobile e il simbolo forte del modello di sviluppo capitalista, su di essa si sono costruite intere economie nazionali. E' giunto il momento di gridare chiaro e forte che c'è bisogno di una inversione di tendenza. Dobbiamo proclamare l'uscita immediata dall'era dell'automobile, cominciando da subito a prospettare una società capace di recuperare un rapporto organico e armonico tra la Madre Terra e gli esseri umani.

Ecco di seguito alcune considerazioni utili a sfatare il nefasto mito dell'automobile:
Ogni automobile consuma la stessa quantità di ossigeno prodotta da un bosco della superficie di un ettaro (10 mila metri quadrati). Quindi oltre a bruciare idrocarburi e altre sostanze altamente nocive inquinando l'aria, il motore a scoppio consuma anche enormi quantità di ossigeno: come sappiamo infatti nel carburatore si miscelano benzina e aria.

Contro l'automobile per il diritto alla mobilita. L'automobile viene presentata dalla pubblicità, espressione dell'ideologia dominante, come simbolo di libertà. Attraverso di essa ogni persona è libera di spostarsi a proprio piacimento velocemente e senza le noie del trasporto pubblico (orari, percorsi obbligati, scomodità, ecc.). In realtà nelle grandi città la velocità di spostamento nelle ore di punta e di poco superiore a quella del pedone. Oltretutto corsie preferenziali, sensi unici, zone pedonali, lavori in corso limitano la scelta degli itinerari.

Senza l'automobile per consumare meno. Se ogni automobilista somma le cifre che spende ogni anno per il carburante, le riparazioni meccaniche, le multe, bollo e assicurazione, pulizia e manutenzione ordinaria, arriverà a cifre sbalorditive, consistenti in una percentuale importante del proprio reddito.

Basta con l'automobile killer. L'automobile e la principale causa di morte nella fascia di età dai 18 ai 25 anni. Ogni anno nella sola Europa muoiono decine di migliaia di persone mentre è enorme la cifra delle persone che rimangono gravemente ferite, tante di esse con danni permanenti anche gravi. Fattori che per un pedone o un passeggero di treno non avrebbero conseguenze, hanno per il passeggero d'auto effetti letali: una lieve sbronza, una distrazione, la strada viscida per la pioggia, un po' di sonnolenza. La scarsa qualità e affidabilità delle automobili, i materiali scadenti usati per costruirle, l'eccessiva potenza dei motori in rapporto alla tenuta di strada e controllabilità del mezzo, sono altri fattori importanti nel determinare l'effetto crash. Non sono ancora stati studiati a fondo gli effetti sulla salute dell'inquinamento acustico. se ne sa pero già abbastanza per affermare che e causa di gravi disturbi fisici e psichici. Il rombo incessante che accompagna la nostra vita in città non e solo rumore, e un attacco alle nostre condizioni di vita.

Il nostro tempo é troppo prezioso per sprecarlo al volante di un'automobile. Un automobilista medio passa anni della propria vita al volante di un'auto in mezzo al traffico, di solito da solo, in tensione per lo stress inevitabile, in allerta nei confronti degli altri automobilisti. Ai danni all'equilibrio psichico per l'innaturale superlavoro al quale viene sottoposto il sistema nervoso, si sommano i danni fisici agli occhi, all'udito, alla colonna vertebrale, ai tendini e alle artico lazioni di ginocchia, gomiti e caviglie.

L'automobile, fattore di guerra. Durante la guerra del Golfo molti occidentali, intervistati dai media, dichiararono di essere favorevoli alla guerra poiché temevano che non avrebbero avuto più a disposizione la benzina quotidiana per la propria automobile. Si fanno guerre sanguinose per controllare le zone di produzione del petrolio al fine di perpetuare un modello di sviluppo industriale che genera a sua volta disastri ambientali e nuove guerre.



tratto da http://www.tmcrew.org/eco/bike/no_auto.htm

martedì 4 marzo 2008

Metodo legale per sabotare le elezioni

Se votate scheda bianca o nulla perchè non vi sentite rappresentati da nessun partito, in realtà, favorirete il partito con più voti.

Infatti (vedere REGOLAMENTI PER IL CALCOLO DEL PREMIO DI MAGGIORANZA) anche i voti bianchi o nulli entrano nel calcolo del premio di maggioranza, favorendo chi ha preso più voti.

ESISTE UN'ARMA LEGALE CONTRO QUESTA LEGGE INDECENTE E ANTIDEMOCRATICA!

Di seguito i riferimenti legali.
Tutto si basa su un uso "puntiglioso" della legge:

Testo Unico delle Leggi Elettorali
D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 - Par. 5

5) Il segretario dell'ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o
di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a
tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000.

Illustro nei dettagli il sistema da usare:
1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA), dicendo: "Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato"
3) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA
4) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO METTERE A VERBALE UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio "Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta")

COSI FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO NULLO O BIANCO SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIU' VOTI

giovedì 28 febbraio 2008

Petizione per combattere L'offensiva clericale contro le donne

Giornali e televisioni non ne parlano. I politici sembrano non accorgersene. Eppure c'è. C'è chi si sta muovendo. C'è chi non rimane indifferente. C'è chi prova a fare qualcosa. C'è chi non è abituato a dire sempre sì signore e ha il coraggio di alzare la testa, la voce... e la penna.



A: Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza. Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere. Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.

Vi prego di aderire. Per firmare potete andare qui

giovedì 21 febbraio 2008

Borsellino e Berlusconi

Riporto qui il filmato e la trascrizione dell'ultima intervista rilasciata da Paolo Borsellino, il 19 maggio 1992, ai giornalisti Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo, registrata quattro giorni prima della Strage di Capaci. Il magistrato parla dei rapporti tra Dell'Utri, Berlusconi e la Mafia.







BORSELLINO:
Vede, Vittorio Mangano l' ho conosciuto anche nel periodo antecedente al "maxi processo"
Praticamente negli anni tra il 1975 e il 1980 ricordo
di aver istituito un procedimento che riguardava una...delle estorsioni
fatte a carico di talune cliniche private palermitane.


[squilla il telefono e Borsellino chiede di poter sospendere momentaneamente l' intervista]


B:Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra.

GIORNALISTA: Uomo d'onore di che famiglia?

B:"Uomo d' onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova,
famiglia alla quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo
già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io, e risultava altresì da un procedimento,
il cosidetto "procedimento Spatola" che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al "maxi processo",
che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove, come risultò da numerose intercettazioni
telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, i traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

G: E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

B. Il Mangano Vittorio... Vittorio Mangano... se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie
più importanti, risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa tra Milano e Palermo,
nel corso della quale lui, conversando con altri personaggi delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia... o tratta...
l' arrivo di una partita di eroina, chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa
nelle intercettazioni telefoniche, come "magliette" o "cavalli".

G: Comunque lei, in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di "cavalli" al telefono vuol dire "droga".

B: Sì. Tra l' altro questa tesi dei "cavalli" che vogliono dire "droga" è una tesi che si è
asseverata nella nostra ordinanza istruttoria, che è proprio accolta a dibattimento, tant'è che
Mangano fu condannato al dibattimento del "maxi processo" per traffico di droga.

G: E Dell 'Utri non c'entra in questa storia?

B: Dell'Utri non è stato imputato del "maxi processo" per quanto io ne ricordi. So che esistono indagini che
lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

G: A Palermo?

B: Sì. Credo che ci sia un' indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani
del giudice istruttorio. Ma non ne conosco i particolari.

G: Marcello Dell' Utri o Alberto Dell' Utri?

B: Non ne conosco i particolari... Potrei consultare avendo preso qualche appunto.
Cioè... Si parla di Dell' Utri Marcello e Alberto. Entrambi.

G: I fratelli. Quelli della Publitalia, insomma.

B: Sì.

G: Perché c'è, se ricordo bene, nell'inchiesta della San Valentino un' intercettazione tra lui e Marcello dell'Utri
in cui si parla di cavalli.

B: Bé...Nella conversazione inserita nel "maxi processo" si parla di "cavalli" che dovevano essere alloggiati in
un albergo, quindi non credo possa trattarsi di effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli
me li recapita all'ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l' albergo.

G: C'è un socio di Marcello dell' Utri, tale Filippo Rapisarda, che dice che Dell'Utri gli è stato presentato
da uno della famiglia di Stefano Bontade.

B: Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura,
in un certo periodo, almeno di duemila "uomini d'onore" con famiglie numerosissime. La famiglia di Stefano Bontade
sembra che in un certo periodo ne contasse almeno duecento. Si trattava comunque di famiglie appartenenti ad un'unica
organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti. E quindi è presumibile che
questo Rapisarda riferisca una circostanza vera.

G: Lei di Rapisarda ha sentito parlare?

B: So dell' esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato personalmente.

G: Perchè, a quanto pare, Rapisarda, Dell' Utri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia.

B: Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti, anche da
qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell'Utri, non so fornirle particolari
indicazioni, trattandosi, ripeto, sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente.

G: Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali, come Berlusconi e Dell'Utri siano collegati
a uomini d' onore tipo Vittorio Mangano?

B: All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa,
un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che ad un certo punto
diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò
a gestire una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, perché questi
capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero, e così allora si spiega la vicinanza tra
elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali.

G: Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi?

B: E' normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.

G: Mangano era un pesce pilota?

B: Sì. Guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che... ecco... erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel nord Italia.

G: Sì dice che abbia lavorato per Berlusconi.

B: Non le saprei dire in proposito, e anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire di cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito. Non conosco quali atti siano ormai conosciuti, ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda, che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che, la ricordi o non la ricordi, comunque non mi appartiene, non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.

G: C'è un'inchiesta ancora aperta?

B: So che c'è un'inchiesta ancora aperta.

G (in francese): Su Mangano e Berlusconi a Palermo?

B: Sì.

mercoledì 20 febbraio 2008

Per Gianfranco...

Millanta amori la storia ha cantato
con poeti, scrittori, versi e poesie;
poemi composti che il fato ha donato
come regali d’incanti e magie.
Bisogna esser grandi per dire di storie
che niente hanno, sembra, d’umano,
ma meglio anche di eroiche vittorie
fan battere il cuore e tremare la mano.

Parliamo di quando due anime aperte
pronte ad accogliere piena la vita
si trovano invece di gioia scoperte
e sofferenti per una trista ferita.
Un morbo strano, senza causa apparente,
che prima non dava sintomo alcuno
e che d'improvviso assale la mente
e né cuore né stomaco lascia digiuno.

Colpisce principi, re, cavalieri
per lui la classe non fa differenza;
arriva da servi, cuochi, scudieri
senza né inchino né riverenza.
Di maghe e regine bussa al battente,
son sue principesse, schiave, gran dame:
quando contagia gli è indifferente
trovarsi di fronte nobildonne o puttane.

Gente di fama, di gloria e potere,
che della storia il trono ha calcato
ha visto abolito ogni volere
ha avuto il cuore e il corpo aggiogato.
Né armi né scudi qualcosa han potuto
contro una forza tanto ammaliante,
nemmeno di Odino il destriero forzuto
sarebbe scappato abbastanza distante.

Lancillotto del lago da esso fu avvinto
andando contro ogni ideale
e in lui la ragione divenne l'istinto
in lui si confuse il bene col male.
Sorte più atroce conobbe Abelardo
grand’uomo di culto, libri, parlare
in pieno petto colpito dal dardo
che sfianca, uccide ma non fa sanguinare.

E così Cyrano lo spadaccino
che ad ogni stoccata recitava poesia
che spesso alla morte era andato vicino
deridendo, beffando e cacciandola via,
conobbe un giorno il sole che scalda,
che sol da lontano si può rimirare
che rende la vita felice e gagliarda
che per gioco crudele non si fa avvicinare.

E ciò che la spada mancò di missione
compì una notte dolce e stellata,
dei versi, un’ombra, un alto balcone
sospiri di donna da altro baciata.
Ma ormai il cuore aveva votato
la mente, il corpo alla sua bella dama
e pur di vederla sarebbe spirato:
colpito alle spalle, ma non da una lama!

Di uomini illustri abbiamo contato
che furon di un tempo molto remoto
che gesta ed imprese ci han regalato:
nulla di loro è passato all'ignoto!
E ora che Crono ha fatto il suo corso
vedendo anni e anni passare
ancora quel morbo ci prende nel morso
nessuna fuga possiamo sperare.

E come allora il povero e il ricco
risultano uguali nel loro potere,
che volino in alto o che cadano a picco
l'unica cosa che posson sapere
è che quando giunge deciso il momento
nulla di certo possono fare
né serve alcun grido né alcun lamento
né il destino si lascia evitare.

Se alcuna difesa creare han potuto
uomini forti e anche potenti
e donne e fanciulle che da sempre han saputo
gli immensi segreti dei grandi sapienti,
tu dimmi se io che nulla so fare
che non conosco alcuna magia
che a malapena so raccontare
i segreti e i dubbi dell’anima mia

Tu dimmi dunque quale invenzione
avrei potuto da sola creare,
o quale strana e impavida azione
sarei stata in grado di fare
qualora io avessi deciso
di evitare il male suddetto
se con un gesto breve e conciso
avrei cambiato del fato l’aspetto.

Ma ride il mio cuore di quel che è successo
ride felice di questo contagio:
perché così gli è stato concesso
di avere per vero quel suo presagio.
Quella cosa che sempre, sempre sentiva
che sperava sarebbe un giorno avvenuta
ma che spesso poi percepiva
come labile fiamma minuta.

Credeva purtroppo di non meritare
quello che i libri han sempre cantato
ed era inutile stare a cercare
ciò che per lui non sarebbe mai stato.
Ma ecco che arriva un giorno d’inverno
lo strano male che bussa al portone
sarebbe entrato per stare in eterno
stanziatosi lì con uno strattone.

Capisci ora di cosa ho parlato
con le parole un poco giocando
dando uno sguardo illustre al passato
dello strano morbo contando?
La malattia colpisce nel cuore
entra a forza, ci lascia storditi
ma quando se n’è avuto il sentore
abbiamo i voleri tutti esauditi.

La vita ci appare fiaba stupenda
il sole ci bacia pieno nel viso
è come se la nostra vicenda
fosse degna del paradiso.
Solo una cosa a volte ci pesa
lasciandoci addosso un po’ di tristezza,
abbiamo l’anima nostra sospesa
sentiamo il gusto dell’amarezza.

Una volta che siamo dal male colpiti
Soli nell’ombra non possiamo più stare
da braccia amate vogliam esser carpiti
vogliamo qualcuno che ci possa scaldare.
La nostra mente più non comanda
né corpo, né anima, nulla di noi
poiché anch’essa forte domanda
quei desideri che sono anche suoi.

E dopo questo lungo parlare
in rima, con strofe e pure con versi
è giunto il momento di confidare
come i miei pensieri siano ormai persi.
L’alba mia sei diventato
il sole che scalda col primo raggio
un sogno che ormai si è ridestato
come uno gnomo all’ombra d’ un faggio

Ti prego scusa questo mio ardire
so di non essere un vero poeta
e spero solo che questo mio dire
sia arrivato infine alla meta.
Perché per dirti quello che provo
ho usato un modo davvero un po’ strano...
Ogni remora alfine rimovo:
“Sa solo Dio quanto ti amo!”

(SARA)

Le vie del Signore sono infinite... Sta qui la fregatura!

Italiani. Popolo di Santi, di poeti, di navigatori. E coglioni? Quando lo siamo diventati?
Nella sciarada dell' informazione mediatica, dove il particolare del niente diventa il fulcro di tutto, dove ti insegnano che non si dicono le parolacce, e che si deve sempre obbedire ai "grandi", vige il motto "beata ignoranza"!
Voi non capite... Si preoccupano per la nostra salute! Già ci rovinano le giornate facendoci allarmare su chi questa settimana lascerà un' isola...o una casa! No, tranquilli! Non si parla nè degli immigrati che scappano da guerra e fame, nè di famiglie che non riescono a pagare 1000 euro di affitto per un monolocale. Sarebbe troppo crudele! Non riusciremmo a dormire la notte! E poi, dopo che ci hanno raccontato quanto sia sospetto che un indagato di omicidio pianga... o rida...bé...di emozioni ne abbiamo avute davvero troppe! Il nostro cuore non reggerebbe! Voi lo sapevate che Britney Spears è ingrassata di dieci chili?!? Dio... a pensarci c'è da perderci la salute!
Ma non temete italiani! C'è chi vigila su di noi! Il comitato "meno sai meglio stai", come il migliore dei cribri (posso dirlo, mica è una parolaccia! Vaffan - cribro suona male...), passa attentamente al vaglio (Vaffan - vaglio? Naaaaaa!) ogni minima notizia, dividendole e controllandole tutte, una per una. Sì, no, sì, no, no, no, no, no...
Cosa faremo senza di loro! Già... Cosa faremo? Proviamo ad avanzare delle ipotesi.
Magari, dico magari, smetteremo di odiare. Anzi, meglio ancora... Inizieremo ad incazzarci con chi veramente, oltre ad un invito, meriterebbe anche due o tre calci che aiutino ad andare lì, sì sì, proprio lì, dove i posti in prima fila hanno già il nome scritto (e non parlo del cinema).
Non dico che la finiremo di andare in chiesa (idealista sì, illusa no), ma almeno, forse, smetteremo di pagare per andarci. Perché non so se lo sapete, ma si fanno pagare!! Proprio così! Lo fanno in sordina, ma lo fanno. E pure profumatamente.
Conoscete l' 8 per 1000 e il suo funzionamento? No?!? Ma che cari! Si sono preoccupati anche di questo!
Se me lo permettete, però, vorrei fare la guastafeste e dirvi un po' di cose.
Nel 1984, l' allora governo Craxi (un nome, una garanzia) stipulava un accordo con Santa Romana (tutte noi le fortune) Chiesa, accordo che, almeno formalmente, andava a sostituire la CONGRUA del 1929, voluta da Benito Mussolini, per la quale l' Italia si era impegnata a pagare lo stipendio ai sacerdoti.
Abbiamo passato una guerra mondiale, la fame, le bombe, la miseria. Direte voi: "L' Italia rinasce dalle sue ceneri come l' Araba Fenice: più bella, più forte." Certo! Ma anche più servile.
Con questa legge, dicevo, la n. 222, il cui funzionamento è stato ideato dal fiscalista, all' epoca collaboratore di Bettino Craxi, Giulio Tremonti (una sicurezza fin dall' inizio), entrata in vigore il 22 maggio 1985, si stabilisce che il contribuente può decidere di destinare l' 8 per mille del gettito totale IRPEF o allo Stato o alla Chiesa.
Fin qui direte: "Pensavo peggio!" Aspettate, aspettate...
Dal 1986 in poi, oltre alla Chiesa Cattolica, hanno potuto beneficiare delle donazioni anche altre confessioni religiose: le Assemblee di Dio, l' Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, i Luterani, gli Avventisti e le Comunità Ebraiche.
Il contribuente che compila la dichiarazione dei redditi si trova davanti, ad un certo punto, a sette caselle, tra le quali può scegliere l' istituzione alla quale destinare parte delle sue tasse.
Il 20 % degli Italiani ha scelto la Chiesa Cattolica; il 65 % non ha espresso alcuna preferenza. E qui sta il primo inghippo.
I soldi di tutti quei cittadini che, di fatto, hanno lasciato in bianco le sette caselle, sono divisi, secondo un fattore di proporzionalità, tra tutte le voci in capitolo. Cioè: chi ha avuto più preferenze riceve la fetta più grande di torta. E secondo voi, chi mai avrà ricevuto più voti? Risposta facile. E infatti, grazie a questo brillantissimo escamotage, ben l' 80% dell' 8 per mille complessivo va diretto diretto nelle casse vaticane, anche se, in effetti, solo il 20 % degli Italiani ha formalmente espresso preferenze in questo senso.
Questo giochetto, degno della sfinge di Edipo, ha permesso che, nel solo 2004, la Chiesa ricevesse un miliardo di euro per donazione diretta, e, pensate, ben 600 milioni di euro per quella indiretta. Cosa da cervelli superiori!
Il papa, neanche troppo tempo fa, ha fatto questa dichiarazione: "Il miglior uso che si può fare del denaro e della ricchezza è quello di condividerli con i poveri secondo l'insegnamento di Gesù, il denaro non è un male in sé ma può diventare strumento di cieco egoismo". Quindi ha spiegato che "raccontando la parabola di un amministratore disonesto ma assai scaltro, Cristo insegna ai suoi discepoli qual è il modo migliore di utilizzare il denaro e le ricchezze materiali, e cioè condividerli con i poveri procurandosi così la loro amicizia, in vista del Regno dei cieli".
E cosa fa Santa Romana Chiesa per avvicinarsi alla tanto agognata Civitas Dei?
E' presto detto! Devolve l'8,6% del suo 8 per mille (avete capito bene!!), ripeto, l'8,6%, in aiuti per il Terzo Mondo.
Lo diceva pure il suo spot: "Con poco, possiamo fare tanto". Tutto sta nel capire che quel "poco" si riferiva a loro...
Per il resto, il 36,1% se ne va per il sostentamento al clero, e quello che rimane, cioè la parte più consistente, per "esigenze di culto". Voce questa che, sinceramente, significa tutto e niente.
A devolvere completamente l'8 per mille in interventi sociali e umanitari sono le Assemblee di Dio, gli Avventisti e la Chiesa Valdese. Queste si mantengono esclusivamente con i contributi volontari dei fedeli, che, tra l' altro, sanno bene dove i loro soldi vanno a finire, e soprattutto, in questo hanno voce in capitolo! I Valdesi, ad esempio, ogni anno organizzano delle assemblee finanziarie di Chiesa, durante le quali il fedele sa quanto entra, quanto esce e perché.
Bei tempi quelli in cui Gesù parlava alla folla!
Che dite? Ne avete abbastanza? Sicuri?!?
Il contribuente che decide di devolvere il proprio 8 per mille allo Stato si trova vittima di un doppio raggiro.
La Repubblica Italiana, stato laico secondo la Costituzione, gira buona parte del SUO 8 per mille alla Chiesa e, negli ultimi anni, il fenomeno è anche aumentato, visto che oltre il 70 % viene speso per la conservazione dei beni ecclesiastici, contro il 2% per la fame del mondo. Quanto siamo pii!
Come si dice: del regalo è importante anche la confezione! E quindi, vai ad aggiungere agevolazioni su esenzioni!
Lo Stato Italiano si è impegnato a pagare gli stipendi dei ministri di culto: insegnanti di religione cattolica nelle scuole e cappellani militari nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali (senza dimenticare i cappellani della Polizia di Stato
anche se demilitarizzata); finanzia le scuole private confessionali e le università confessionali cattoliche (il confronto con le scuole e gli atenei pubblici sarebbe inutile! Non è bello sparare sulla Croce Rossa); finanzia le organizzazioni confessionali; durante l' ultimo Giubileo una quantità enorme di soldi se ne è andata per il servizio d' ordine, i trasporti, il servizio pubblico radiotelevisivo. E mentre lo Stato paga, la Chiesa che fa? Non paga! Ovvio! Esenzione dall 'IVA e dalle imposte sui terreni ed esenzione dall' ICI per gli immobili di proprietà ecclesiastiche, solo per dirne qualcuna.
E' proprio vero: al peggio non c'è mai fine.
E' come se Gesù avesse detto: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Ma visto che Cesare sta a Roma e Dio in cielo, date tutto a me che facciamo prima".
Io la finisco qui, ma vi lascio alcuni link davvero interessanti dai quali mi sono documentata:
Visto che stiamo in tema, per concludere, vorrei rivolgervi una preghiera: cercate di avere più rispetto per la vostra intelligenza.
Sara

martedì 19 febbraio 2008

La mia valigia

Una vecchia valigia di cartone,
magari rimediata tra i ciarpami di una soffitta.

Una valigia senza tasche, o scomparti interni.
Una valigia disordinata per punto preso.

Perché la vita è una sciarada di emozioni che non puoi pianificare.

Una valigia piena di libri, vecchi amici, a volte nemmeno mai conosciuti,
che aspettano un tuo sguardo per diventare parte del tuo personale copione.

Una valigia che trasporta poesia e musica.
Perché non smetterai mai di chiederti come sia possibile che chi nemmeno ti conosce, sia riuscito, meglio di te, ad esprimere quei pensieri che ti portavi dentro da sempre.
Perché, con quei versi, con quelle parole, è come far l'amore con la tua stessa anima.

Una valigia con foto sparse in ogni dove.
Perché è inutile: di certe persone non potrai mai fare a meno.

Una valigia con uno spazio enorme per i progetti, le speranze, i desideri.
Perché non puoi tenerli dentro, come dicono, in testa.
Perché devono essere sempre in bella vista.
Perché non puoi dimenticartene. Mai.
Perché sia i libri, che la poesia, che la musica, sono parti di essi.
Perché con loro devi avere sempre a che fare. E' soprattutto a loro che devi rendere conto.

Una valigia ancora mezza vuota.
Perché per le esperienze il posto non è mai abbastanza.

Una valigia tenuta insieme da un pezzo di spago.
Perché in questo viaggio è la voglia di vivere che tiene unito il tutto.
Perché lo spago sa d'avventura.
Perché si apre facilmente.
Perché la valigia non dovrà mai chiudersi per sempre.

Perché forse non si è mai realmente pronti.
Perché comunque bisogna andare. Con la valigia, verso il nostro viaggio.

Questa è la mia valigia. Io ho deciso di partire...